Il mal di denti è un disturbo comune che può derivare da una varietà di cause, dalle più semplici alle più complesse. Questo articolo esplorerà le cause del mal di denti, offrendo una panoramica completa per una migliore comprensione e gestione del problema. Inoltre, verranno esaminate condizioni mediche correlate, come la paralisi del nervo facciale e l'osteonecrosi della mandibola, per fornire un quadro più ampio delle patologie che possono influenzare la salute orale e facciale.
Il mal di denti può essere causato da diversi fattori, tra cui:
La paralisi del nervo facciale è una condizione che compromette la funzionalità del nervo facciale, il quale controlla i muscoli della mimica facciale. Questa condizione può manifestarsi come paralisi o paresi, ovvero l'impossibilità o la riduzione della contrazione dei muscoli mimici.
Le cause della paralisi del nervo facciale possono essere suddivise in due categorie principali: idiopatiche e secondarie.
La diagnosi della paralisi del nervo facciale è relativamente semplice, data la specificità dei segni e dei sintomi. Tuttavia, differenziarne le cause è più complesso e richiede un'attenta valutazione.
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La valutazione clinica include:
Un elemento anamnestico importante per differenziare una paralisi facciale centrale da una periferica è che la paralisi periferica interessa tutto un lato del volto, mentre la paralisi facciale di origine centrale preserva le attività della parte superiore del volto (corrugare la fronte, chiudere la rima palpebrale).
Per valutare in modo obiettivo il grado di contrazione dei muscoli mimici, si utilizzano scale di valutazione specifiche, come la Scala di House-Brackmann e la Scala di Valutazione Facciale Sunnybrook. La scala di Sunnybrook è particolarmente indicata per la valutazione funzionale del fisioterapista, in quanto consente di valutare il paziente a riposo, durante il movimento volontario e di analizzare le eventuali sincinesie.
Il trattamento della paralisi del nervo facciale dipende dalla causa sottostante. Nelle paralisi dovute a cause secondarie, è previsto il trattamento specifico dell'agente eziologico. Nelle paralisi idiopatiche (paralisi di Bell), la letteratura fornisce dati e risultati a volte in contrapposizione tra loro.
La prognosi della paralisi facciale ad eziologia secondaria è strettamente legata alla risoluzione specifica dei singoli agenti eziologici. Per quanto riguarda la paralisi di Bell, in buona parte ha prognosi favorevole anche senza trattamento. Il miglioramento clinico si verifica entro 3 settimane nell'85% delle persone ed entro 3-5 mesi nel restante 15%. Complessivamente, il 71% delle persone sperimenterà un recupero completo della funzione muscolare facciale.
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L'osteonecrosi della mandibola (ONJ) è una condizione rara ma grave che coinvolge la necrosi dell'osso mandibolare. È stata associata all'uso di bifosfonati, farmaci utilizzati per trattare l'osteoporosi e altre condizioni ossee.
L'osteonecrosi della mandibola è stata riportata in pazienti con cancro in trattamento con regimi comprendenti i bifosfonati somministrati principalmente per via endovenosa. Molti di questi pazienti erano trattati anche con chemioterapia e corticosteroidi. L'osteonecrosi della mandibola è stata anche riportata in pazienti con osteoporosi in trattamento con i bifosfonati orali.
I fattori di rischio per l'osteonecrosi della mandibola includono:
La prevenzione dell'osteonecrosi della mandibola è fondamentale, soprattutto nei pazienti a rischio. Le misure preventive includono:
Nei pazienti che sviluppano osteonecrosi della mascella durante la terapia con i bifosfonati, la chirurgia dentaria può esacerbare la condizione. Per i pazienti che necessitano di chirurgia dentale, non ci sono dati disponibili per suggerire che l'interruzione del trattamento con i bifosfonati riduca il rischio di osteonecrosi della mandibola. Il giudizio clinico del medico deve guidare il programma di gestione di ciascun paziente, sulla base della valutazione individuale del rapporto rischio/beneficio.
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Clody è un farmaco contenente clodronato, un tipo di bifosfonato. È utilizzato per trattare condizioni come l'osteolisi tumorale, il mieloma multiplo e l'iperparatiroidismo primario. Come altri bifosfonati, Clody può essere associato a un rischio di osteonecrosi della mandibola, soprattutto in pazienti con fattori di rischio concomitanti.
Durante il trattamento con Clody, è importante mantenere un adeguato introito di liquidi e monitorare la funzionalità renale. Clody deve essere usato con cautela nei pazienti con insufficienza renale e la somministrazione endovenosa di dosi notevolmente superiori a quelle raccomandate può causare grave danno renale.
È controindicato l'uso concomitante di Clody con altri bifosfonati e l'uso contemporaneo con farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) può essere associato a disfunzione renale.
Gli effetti indesiderati più comuni di Clody includono diarrea, nausea e vomito. Raramente, possono verificarsi reazioni di ipersensibilità, aumento delle transaminasi e disturbi visivi. In rari casi, è stata riportata osteonecrosi della mandibola.
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