Il turismo dentale, attratto da costi inferiori e dalla promessa di interventi rapidi, è un fenomeno in espansione che vede l'Albania come una delle destinazioni preferite dagli italiani. Tuttavia, dietro le allettanti offerte si nascondono rischi significativi che possono compromettere la salute orale e vanificare il risparmio iniziale. Questo articolo esplora le dinamiche del turismo dentale in Albania, analizzando i rischi, i costi nascosti e le raccomandazioni degli esperti per una scelta consapevole.
Ogni anno, circa 200.000 italiani scelgono di recarsi all'estero per cure dentali, spinti da pubblicità sui social media e costi che possono essere fino a tre volte inferiori rispetto all'Italia. L'Albania è la meta più gettonata, seguita da Croazia, Romania e Turchia. Gli interventi più richiesti includono ricostruzioni protesiche fisse e mobili, impianti e cure articolate, spesso concentrati in un breve periodo di tempo, circa 10 giorni.
L'Albania attrae circa 50.000 italiani ogni anno per il turismo dentale. Tuttavia, gli esperti lanciano l'allarme: in almeno un caso su tre, al rientro in Italia, si rende necessario un nuovo intervento per correggere errori odontoiatrici o affrontare eventi avversi che compaiono dopo pochi mesi. Francesco Cairo, presidente della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP), sottolinea come l'Ambasciata italiana a Tirana abbia dovuto richiamare i connazionali alla prudenza nel rivolgersi a cliniche private albanesi, spesso non conformi agli standard di qualità.
I rischi associati al turismo dentale includono l'utilizzo di materiali di scarsa qualità, studi odontoiatrici non adeguatamente sicuri e carenze di farmaci. Questi fattori possono portare a complicazioni come infezioni, ascessi e difficoltà di masticazione, che richiedono ulteriori interventi al rientro in Italia. Spesso, all'estero si tende a ridurre i tempi di guarigione e i controlli post-operatori, con l'inserimento di un numero eccessivo di impianti, dando per scontato che alcuni potrebbero non funzionare. Le protesi possono risultare compressive o imprecise, poiché non si concede il tempo necessario per la guarigione biologica dei tessuti ossei e gengivali.
Secondo l'Osservatorio Compass, il 36% degli italiani sarebbe disposto a curarsi all'estero, e la percentuale sale al 77% tra chi ha già provato l'esperienza. Tuttavia, chi non si fida teme errori o dubita della qualità delle cure. Si stima che almeno una persona su tre riscontri problemi al rientro in Italia, con conseguenze che possono comportare un nuovo intervento e costi proibitivi, superiori a quelli che si sarebbero sostenuti gestendo la situazione correttamente fin dall'inizio.
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Anche la British Dental Association ha espresso preoccupazione per il turismo dentale. Un'indagine ha rivelato che il 94% dei dentisti inglesi ha trattato pazienti che si erano rivolti all'estero per cure dentali, e nel 60% dei casi si sono verificati eventi avversi gravi, come infezioni o ascessi. Si stima che nel 20% dei casi vengano utilizzati materiali scadenti o non conformi, e nel 15% dei casi le protesi non siano funzionali o siano adattate frettolosamente. Spesso, si interviene con impianti, ponti o corone senza curare adeguatamente i tessuti di supporto, compromettendo la salute orale.
La cronaca riporta casi drammatici di pazienti che hanno subito gravi conseguenze a seguito di cure dentali all'estero. Un web designer di Barletta, Simone Del Vecchio, ha subito un arresto cardiaco e un lungo periodo di coma dopo un intervento in Albania che prevedeva l'estrazione di tutti i denti e l'inserimento degli impianti in un'unica seduta. Questo tragico evento evidenzia i rischi legati a interventi eseguiti senza le dovute precauzioni e senza un'adeguata valutazione delle condizioni cliniche del paziente.
Un altro caso riguarda Umberto Billo, un ex infermiere che ha subito danni alla colonna vertebrale a seguito di una manipolazione errata da parte di un osteopata. Questo episodio sottolinea l'importanza di affidarsi a professionisti qualificati e di diffidare di trattamenti eseguiti senza le necessarie competenze e precauzioni.
Il servizio de Le Iene sul turismo dentale in Croazia ha suscitato polemiche per la sua visione parziale e potenzialmente ingannevole. Il Dott. Fabio Carboncini, presidente AIOP, ha criticato il servizio per aver elogiato a priori la convenienza e la qualità delle cure dentali all'estero, senza approfondire i rischi e le possibili complicazioni. Carboncini sottolinea come l'unico aspetto che le persone riescono a valutare sia il prezzo, senza considerare la diagnosi, la formazione del professionista e la qualità dei materiali utilizzati.
La diagnosi è fondamentale per un piano di cura efficace e duraturo. Un professionista qualificato dedica tempo e attenzione alla valutazione delle condizioni del paziente, individuando le cause dei problemi e pianificando un trattamento personalizzato. La formazione del professionista è altrettanto importante: un dentista esperto e aggiornato è in grado di utilizzare le tecniche più avanzate e i materiali migliori per garantire risultati ottimali.
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L'Italia vanta professionisti qualificati e strutture all'avanguardia nel campo dell'odontoiatria. Prima di considerare il turismo dentale, è consigliabile valutare le alternative disponibili in Italia, richiedendo preventivi a diversi dentisti e informandosi sulla loro formazione ed esperienza. In molti casi, è possibile trovare soluzioni economicamente vantaggiose senza compromettere la qualità delle cure.
Se si decide di optare per il turismo dentale, è fondamentale seguire alcune raccomandazioni per ridurre i rischi:
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